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Magia popolare italiana, comari,majare,janare,masche,medgòuni, maghe ,streghe e

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Magia popolare italiana, comari,majare,janare,masche,medgòuni, maghe ,streghe e guaritrici ,ma chi sono realmente queste donne ? Vediamolo insieme…

Queste donne , ma di rado anche uomini esistono da sempre in tutto il territorio Italiano, prendono diversi nomi a seconda dei dialetti ma fondamentalmente l’identità è la stessa .
Nonostante in passato sicuramente ne portarono il nome ingiustamente, non sono esattamente streghe, in quanto non stringono un patto iniziatico con il Demonio, ma attingono la loro magia dagli antichi rituali pagàni italici legati alla natura sincretizzati con la fede cattolica .
In passato si rivolgevano a queste maghe le persone più povere, che pagavano con il baratto (qualche uovo, marmellate, una gallina,del pane )
La loro “investitura” avviene per opera di madrine o padrini che passano la magia nella notte di San Giovanni (il 24 giugno, cioè 3 giorni dopo il solstizio d’estate) o alla vigilia di Natale (il 24 dicembre, cioè 3 giorni dopo il solstizio d’inverno) “consacrano” la nuova maga bagnandola con dell’acqua di San Giovanni o l’acqua santa della messa di Natale , all’incrocio di tre strade o di tre corsi d’acqua anticamente questi luoghi erano luogo di devozione ad Ecate dea della magia .
Queste figure guariscono da mali fisici e dalle fatture , utilizzando per lo più oggetti casalinghi (come l’olio, l’acqua, il sale, un piatto, delle chiavi, la fede nuziale d’oro, delle candele ) e erbe come la ruta, il prezzemolo, la malva etc etc
Tramandano le formule magiche di investitura in investitura , in forma di filastrocche/preghiere ripetute più volte, un esempio siciliano contro il malocchio è “Occhiatura, scarpiatura, vatinni da ‘sta creatura ” e cioè “Malocchio, calpestato a terra, lascia questa creatura” e si arrivava poi anche a formule lunghe e complesse.
I riti sono basati sulla magia simpatica, tengono conto dei cicli lunari , di solstizi ed equinozi vengono usate cose semplici (rami di fico, steli di grano… dai tempi più antichi il fico è considerato l’albero del demonio.
Si pensa di poter trasferire la malattia sul ramo di fico e questo poi sarà bruciato o distrutto portando il male con sé.
In caso di bruciatura, ad esempio, si recita una formula concentrandosi sulla persona, facendo a volte il segno della croce sul proprio corpo, nei punti in cui si trovano le lesioni. Queste brevi preghiere sono spesso rivolte a un santo (ma anche alla Trinità o a Gesù), generalmente in relazione al martirio che ha subito.
Altri rituali prevedono l’utilizzo per nove lunazioni facendo fumigazioni, cioè l’inalazione del fumo prodotto da incenso, palme benedette, alloro, rosmarino, fiori benedetti, si usa cera recuperata dal sepolcro il Giovedì Santo, cera della Candelora, o quella di qualsiasi candela benedetta ricostruita è vestita con elementi magici come erbe adatte a quello scopo. Qualcuno insieme a questi elementi brucia una ciocca di capelli o un pezzo d’indumento usato dal malato.
Ad oggi sopravvivono queste figure chiamate a intervenire qualora i metodi della medicina tradizionale falliscano , soprattutto per curare herpes ,fuoco di sant antonio la psoriasi .
La leggenda vuole che, prima di morire, deve toccare e trasmettere la sua abilità a un oggetto inanimato o animato. Sia esso un gatto o un mazzo di carte usate nell’intera vita per divinare , un gioiello , o se presente al nipote, con un semplice tocco.
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