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La Sibilla Cumana

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Nei pressi dei Campi Flegrei vicino Napoli , esiste una delle caverne più importanti del nostro territorio, l’Antro della Sibilla Cumana.
Leggenda narra che all’interno presiedeva la Sibilla che grazie al suo collegamento con le divinità, prevedeva il futuro .
Le profezie venivano trascritte su delle foglie e raccolte nei “Vaticini Sibillini”, conosciuti oggi come i Libri Sibillini che nella Religione antica Romana, costituivano i pilastri fondamentali del credo e venivano interpellati soltanto ed esclusivamente se gli alti sacerdoti acconsentivano al consulto.
Troviamo traccia dell’importanza della Sibilla Cumana anche nella mitologia greca, infatti essa appare nell’Eneide in veste di guida conducendo Enea nel regno dei morti. Anche nella mitologia dell’Odissea di Ulisse la ritroviamo all’ingresso dell’Ade.
Ma la sibilla non era solo in un luogo , vi sono tracce di lei in tutto il centro Italia , ma perché ?
Come è possibile?
Nel periodo pagano, le sacerdotesse erano tutte Sibille esperte nell’attività di mantica.
Il nome “Sibilla” Deriva dal termine greco Sibylla che significa “profetessa”generalmente viene ricondotto al termine dorico Siobolla che significa “consigliera degli dei” o “volontà divina” .
Durante le cerimonie entravano in uno stato di trance possedute spiritualmente dal dio Apollo o da Ecate o da altre divinità rivelando responsi ,interpretati poi dai sacerdoti.
le più famose Sibille sono la Sibilla Cumana e la Sibilla Delfica detta Pizia e la sibilla di Norcia .
Nonostante la loro origine pagana, i libri sibillini vennero incorporati nella teologia Cristiana , e le sibille parificate ai profeti dell’ antico testamento , motivo per cui il nome si diffuse fra i cristiani durante il medioevo.
L’origine della legenda è molto antica ed ha più versioni , in quella greca di pizia , rimasta nel ruolo per ben 200 anni si narra che il dio Apollo innamoratosi della giovane ragazza le promise ogni suo desiderio, pur di averla come sacerdotessa al suo servizio e la giovane espresse il desiderio di vivere tanti anni quanti granelli di sabbia riuscisse a trattenere nel palmo della sua mano.
Il dio Apollo esaudì il suo desiderio ma purtroppo per la giovane fanciulla si rivelò un’eterna dannazione: infatti la Sibilla omise di chiedere nel suo desiderio di mantenere la sua giovane bellezza, condannando il suo corpo ad un inesorabile invecchiamento fino alla totale consumazione del corpo, lasciando soltanto in vita la sua voce riecheggiando nell’Antro della Sibilla .
Oltre alle leggende legate alla Sibilla e alla sua grotta , si tramandano anche riguardo al lago di pilato , un lago vicino alla sibilla di Norcia a lei intimamente legato. Infatti nel XV secolo veniva ancora chiamato Lago della Sibilla come si evince sia da un documento amministrativo di quel periodo sia da un disegno di Antoine de la Sale mentre nei secoli successivi si affermerà sempre più la dizione Lago di Pilato.
È qui infatti che si racconta di come il corpo di Ponzio Pilato dopo essere stato giustiziato per ordine dell’ imperatore per non aver impedito la crocefissione di Gesu , fu caricato su un carro trainato da due bufali che da Roma lo trasportarono fino ai monti Sibillini e si gettarono infine nel lago, lago che per secoli fu meta frequentatissima di negromanti che vi salivano per consacrare i loro grimori ai demoni che abitavano quelle acque. Ogni volta che qualcuno evocava gli spiriti maligni del lago si scatenava una violenta tempesta che distruggeva tutti i raccolti della zona, Sibille c’è ne sono state tante , era probabilmente una linea iniziatica di sacerdotesse veggenti che perdurò per secoli e di cui oggi prendono il nome mazzi di carte divinatorie famose in tutto il mondo.
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