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Gli animali hanno un anima ? E dove vanno gli animali quando muoiono ?

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Oggi , voglio soffermarmi su questo argomento che purtroppo mi ha toccato da vicino recentemente , nella vita di un essere umano specie nelle culture occidentali questa domanda passa quasi inosservata, finché non ci troviamo di fronte alla scomparsa di un animale domestico, questo perché eccetto alcune specie , gli animali nella modernità sono percepiti come cibo , o purtroppo come arredo incluso in un unico pacchetto insieme alla vegetazione gentilmente offerto da madre natura o nella visione cattolica da Dio .
Eppure per chi si è trovato di fronte ad una perdita di un amico a quattro zampe inevitabilmente questa domanda può diventare un ossessione , alla quale oggi spero di dare conforto e risposta.
Uno dei problemi più grossi che si riscontrano in un lutto di questo tipo è che non esistono codici sociali per esprimerlo e superarlo, nonostante per qualcuno possa rivelarsi più doloroso di quello legato a persone care.
Questo è dovuto non a una qualche forma di follia umana , ma semplicemente perché un domestico , con la sua costante presenza nella vita quotidiana ci riempie la vita di gioia e amore incondizionato , nella sua completa e innocente dipendenza da noi , che ne diventiamo “genitori” a tutti gli effetti .
Ma non è tutto qui , come attestato dagli animali usati in pet terapy con i bambini autistici o con persone con stress post traumatico, il domestico riesce a bypassare filtri, muri e difese della mente umana , comunicando con noi in un linguaggio non verbale ma altrettanto chiaro forse talvolta anche di più di quello delle parole umane , nella spiritualità mio capo , questo concetto viene spiegato in quanto gli animali ci riportano alle nostre origini , a madre natura diventandone un collegamento, filo conduttore con ciò che in verità siamo , contrariamente a quello che l’evoluzione , alcune religioni e l’omocentrismo ci vuol far credere .
Siamo animali , parte integrante di un energia vitale pulsante che ci accomuna tutti quanti e non un elemento superiore separato .

Ancor più nello specifico nell’Animismo di fronte a una qualsiasi morte , umana , animale , vegetale , ci si trova di fronte e si celebra il ritorno di quello che noi chiamiamo Axé il soffio vitale, l’energia divina che torna alla sorgente di tutte le cose , come una particella di acqua che sotto forma di vapore torna nel mare dell’eterno .

Quindi alla domanda gli animali hanno un anima ?

Per le religioni abramiche , ebrei , cattolici e mussulmani , gli animali sono mezzi a disposizione della creatura eletta ovvero l’uomo , talvolta associati al Diavolo , talvolta associati a Santi o Profeti ma mezzi vuoti privi di alcun valore se non alimentare o economico .

Però senza dubbio queste creature condividono moltissimi aspetti in comune con noi ,provano emozioni come le nostre ,felicità, tristezza e dolore.

Sognano, e oltre ad essere condizionati dal loro istinto, ciascun animale è dotato di un carattere personale che lo rende unico, e che si nutre a partire dalle sue esperienze.
Addirittura è comprovato che per gli animali la morte è un processo naturale dimostrando molto più saggezza di noi, che egoisticamente ci vorremmo escludere da questo ciclo naturale o che ripudiamo la signora con la falce dimenticandoci che senza di lei non ci sarebbe vita , mangeremmo i sassi , perché morte nutrimento e vita sono su un unico piano .
E questa profonda consapevolezza non si evince solo dal fatto che gli animali accettino la morte come essenziale per la vita ma è dimostrato che alcuni hanno sviluppato un grado di conoscenza della stessa, sperimentando processi di lutto quando un loro compagno sia animale che umano decede.
Basti pensare agli elefanti in Africa che tornano ogni anno a piangere i loro cari finché le ossa non sono consumate dal tempo, o gatti che seguono la salma del propio umano al cimitero e vi si stabiliscono, o cani che restano anni in attesa del ritorno del propio padrone
O pappagalli che alla morte del compagno si lascio morire .

E quindi come si fa a dire che sono solo involucri vuoti , ovvio che anche loro oltre all’Axe che accomuna tutto e tutti , hanno uno spirito , e fortunatamente nella storia dalla creazione Abramo, Gesù e Maomettano sono relativamente giovani , e quindi esistono religioni , più antiche che forniscono versioni e visioni sull’argomento completamente differenti , andando a rispondere anche a quella che diventa la più difficile domanda per alcuni , dopo la morte rivedrò il mio cucciolo ?
Nelle religioni orientali gli animali non sono esenti dal ciclo delle reincarnazioni e quindi sarà più probabile che nella nostra vita più lunga dei nostri animali scomparsi , riusciremo ad incontrarli sotto differenti spoglie , ma basterà solo uno sguardo perché il cuore ne riconosca lo spirito , in altre culture si crede come già spiegato che animali tornano a congiungersi con le energie divine della natura, dove tornano a essere un tutt’uno con l’entità generatrice della vita, in una sorta di anima collettiva , che comunicherà con noi in questa vita con segnali da parte di madre natura , e al nostro trapasso potrà rivederci in quanto riuniti nel medesimo mare .

A questo punto devo chiarire un punto che ad alcuni lettori potrà suonare dissonante , ma allora che differenza c’è tra domestico e il pollo che mangiamo ?
La risposta è una , il destino , la sua buona stella , il karma che lo ha ricondotto a rinascere e lo ha portato da noi per condividere un esperienza affettiva e non come sacrificio per nutrimento , Nel Candomblé ad esempio gli animali vengono macellati solo su terra sacra per i banchetti delle funzioni religiose , affinché il loro Axe pervada il tempio e sia donato all’Orixa festeggiato, durante questi rituali spesso mal interpretati , gli animali da nutrimento vengono prima onorati lavati nutriti come re con estrema devozione e rispetto prima dell’estremo sacrificio che donerà cibo all uomo e sangue alla terra concependo la morte anche di una semplice gallina come grande gesto di sacrificio da onorare per permettere il continuo della vita .
Per le tribù degli Indiani d’America, profondamente legati al mondo naturale e anch’essi di stampo animista c’è il mito che parla del Ponte Arcobaleno, a dimostrazione del fatto che già anticamente ci si chiedeva quale fosse il destino dei cuccioli dopo la morte , si narra che quando un animale passa a miglior vita, vada un luogo al di là del Ponte dell’Arcobaleno, dove tutti i pet sono sani e felici e non soffrono più.
La tradizione vuole che proprio alle soglie del “ Paradiso” esista un luogo bellissimo dove l’erba è sempre fresca e profumata, i ruscelli scorrono tra colline ed alberi e tutti gli animali possono correre e giocare insieme, nessuno escluso. In questa specie di paradiso gli animali trovano sempre il loro cibo preferito, tornano giovani, in saluti e felici.
Ed è qui che quando arriverà la fine anche per i padroni, l’amico a quattro zampe sarà lì ad aspettare per abbracciarlo e stare insieme nuovamente.
Questo post è dedicato al mio cagnolino Rudy è a tutti i domestici che prima di lui hanno inondato la mia vita di amore e di gioia ringraziandolo per tutti i bei ricordi che mi ha donato nella sua breve incarnazione .
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