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PARTE 2
SFATIAMO QUALCHE MITO !
Essere quindi in armonia significa posserere “Axè”, ovvero l’energia Divina che permea tutte le cose, la benedizione, la grazia divina.
In altre parole l’Axè è l’energia vitale, quella che gli indiani chiamano Prana, che i cinesi chiamano Qi, o che gli aborigeni chiamano Mana.
Arriviamo adesso al fulcro del culto, gli Orixàs, gli antichi dèi Yoruba, signori della palude, del mare, del fuoco, del vento, dei cimiteri, delle montagne. Gli Orixà altro non sono altro che le forze della natura, come i numi italici successivamente antropomorfizzati nel noto pantheon greco romano.
Manifestazioni di un Dio unico e supremo, “increato” e distante, chiamato Olorun.
Egli creò gli Orixà come propri domìni sulla terra per proteggere e guidare l’esistenza dei fedeli.
Sono quindi gli archetipi sia della natura che dell’esistenza umana, come la nascita, la morte, l’amore, la guerra, la gioia e la malattia.
Essi, anche se raffigurati in immagini, non vivono in queste ultime,che funzionano più da catalizzatori o antenne.
Essi vivono nella natura e negli elementi, che sono la loro casa.
Gli Orixàs sono i funzionari e gli emissari del Dio supremo, e si comportano come quella lunga serie intermedia di Santi e Arcangeli ai quali i cattolici rivolgono preghiere e voti.
Poiché gli Orixas sono Axè, vengono consultati per ottenere protezione, predire il futuro, per realizzare i propri desideri.
Non c’è limite lecito alle richieste, purchè in armonia col volere Divino.
Un’altra caratteristica di questa religione è che ogni umano alla nascita viene toccato da un Orixa, che diventa il suo guardiano, influenzandone scelte e carattere per tutta la vita.
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